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Renzi, Marini e il rispetto
 
di Alessandro Risso
 

Come Popolari non possiamo non interrogarci sulla polemica che sta lacerando il Partito Democratico dopo le dichiarazioni di Matteo Renzi contro la possibile candidatura di Franco Marini a Capo dello Stato. Potete leggere la lettera del sindaco di Firenze a “Repubblica” cliccando su “Documento” in fondo all’articolo.

Renzi contesta chi ritiene che “Ci vuole un Presidente cattolico”. Anche se nell’identikit tratteggiato qui su “Rinascita popolare” viene aggiunta la preferenza per un cattolico – ma con un forte connotato di laicità, caratteristica comune a Sturzo e De Gasperi –, si possono senz’altro condividere le considerazioni espresse nel merito. Le caratteristiche delineate, proprie di un Presidente “che sappia dialogare, ascoltare, rispettare” sono del tutto condivisibili, così come sostenere che “chi rivendica spazio in nome della confessione religiosa (…) strumentalizza la propria fede”.
Dove però non possiamo seguire Renzi è nell’abbinare questo atteggiamento a Franco Marini. Pur non avendone una conoscenza diretta come può vantare Giorgio Merlo, posso comunque affermare di non aver mai sentito da Marini – segretario CISL, poi successore di Donat-Cattin alla guida di “Forze Nuove”, tra i leader del PPI e della Margherita, infine tra i fondatori del PD – la rivendicazione di qualcosa in nome della “cattolicità”. Non ha usato il paravento della religione per fini politici. Credo che lo stesso possano dire i tanti di noi attenti e partecipi al cammino politico dei cattolici democratici.
Accusare Marini del “gravissimo e strumentale desiderio di poggiare sulla fede religiosa le ragioni di una candidatura a custode della Costituzione e rappresentante del Paese” non corrisponde al suo pensiero, alle sue dichiarazioni, ai suoi comportamenti. Nella lunga attività politica, sul piano della laicità, Marini si è certamente distinto in positivo. Non può essere accomunato ai vari Buttiglione, Binetti, Giovanardi, Casini. Meno che mai agli interessati “atei devoti”.
Renzi parla anche della mancata elezione in Abruzzo come di una bocciatura per Marini, e su questo si esprime Pierluigi Tolardo nella lettera pubblicata a parte. Probabilmente all’origine del gratuito attacco ci sono valutazioni politiche e personali che auspicano scenari di elezioni imminenti. Non è sicuramente giustificato dall’intento di difendere la laicità, un valore che Franco Marini ha sempre rispettato.
E comunque continuiamo a credere in un a politica che prima di tutto rispetta le persone e la verità.
È difficile, molto difficile, andare d’accordo, militare nello stesso partito, avere un comune e credibile progetto di governo se manca questo presupposto.

Documento

Stefano Godizzi - 2013-05-03
Marini sbarrò la strada a Buttiglione che voleva portare in dote il PPI a Berlusconi ed impedì l'ingresso di Forza Italia nel PPE costringendo i deputati berlusconiani ad una umiliante adesione personale. Però su di lui grava la "colpa" di essere stato freddo nello scioglimento del PPI dentro la Margherita, dove stavano Mastella, Dini, Rutelli, Cacciari... sicuri che avesse tutti i torti? Sicuri sia stato un affarone la Margherita? Nessuno dei signori sopra riportati sta più nel centrosinistra: vorrà dir qualcosa! Siamo proprio sicuri che fosse Marini quello fuori strada oppure era semplicemente più lucido? Certo, se crediamo che Marini sia il vecchio e Rodotà sia il nuovo allora viviamo più di suggestioni mediatiche che di ragionamenti ponderati. Perché Marini è il vecchio? Perché viene da una tradizione popolare? Perchè Rodotà è il "nuovo" perchè viene da sinistra e ne incarna la tradizione laico-libertaria? Allora è una questione di contenuti, non di anagrafe: hanno la stessa età e Rodotà esordì nel '79 mentre Marini nel '92! Meditiamo.
giuseppe cicoria - 2013-04-18
Mi dispiace per Marini ma egli non andava candidato perchè esponente della vecchia politica e sopratutto perchè praticamente scelto da Berlusconi! Le considerazioni seppur parzialmente condivisibili, mi sembrano solo pretesti letterari che vogliono nascondere i veri motivi. Renzi è stato ruvido ma di questi tempi non mi sembra sia un esempio solitario soprattutto nell'ambito dello stesso PD. Se si deve tenere presente quello che dici da domani bisognerebbe iniziare le pratiche di liquidazione del partito. Cari saluti.
Domenico Piacenza - 2013-04-18
Sono convintissimo che la buona educazione è come il coraggio di don Abbondio, ma non sarebbe molto meglio che l'Associazione si occupasse di cose più serie e non si facesse carico di chiosare tutte le polemiche interne del partito Democratico, di cui non vorremmo essere una dependance. Sono a disposizione in tutti i modi per cercare, tutti assieme, vie e modi di approfondimento culturale e politico per non disperdere le nostre energie e le nostre disponibilità. Con i più cordiali saluti.
Mario Chiesa - 2013-04-17
Cinquanta giorni per candidare Marini d'accordo con Berlusconi!! Ma c'è una logica (berlusconiana): Marini con D'Alema rottamò Prodi; Berlusconi non è ingrato: e siccome toccava ad un 'cattolico' ... (Forse in questo momento dimentico: non mi pare di aver trovato qui molto sdegno per l'ostracismo di Berlusconi contro Prodi).
Giorgio Merlo - 2013-04-17
Bravo Alessandro per il tuo equilibrio e per la tua sintesi. Non dico altro. E' sufficiente questo.
franco maletti - 2013-04-17
Di Renzi ho già scritto mesi fa per un altro sito un pezzo dal titolo:"Matteuccio da Firenze". Andandolo a rileggere ho scoperto che non mi sono sbagliato di molto. Sia per quanto riguarda lui che per quanto riguarda chi lo sostiene...