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Il bivio nel labirinto
 
di Guido Bodrato
 

Dal labirinto in cui si è cacciata con le elezioni di febbraio, la politica italiana non può uscire con un governo di legislatura, in grado di affrontare le sfide che stanno mettendo alla prova le istituzioni e l'economia del Paese. Dei tre raggruppamenti che hanno superato il 25 per cento dei consensi, il PD ha conquistato la maggioranza alla Camera, e Bersani vorrebbe stringere una alleanza con con il Movimento 5 Stelle per un governo di svolta, ma Grillo ha detto “no” a tutte le ipotesi; e Bersani ha detto “no” a Berlusconi.
In questa situazione sono pretestuose le polemiche che sollecitano il PD a una rapida soluzione della crisi, oppure a imboccare “senza indugio” la via di nuove elezioni. Infatti durante il “semestre bianco” il presidente Napolitano non può sciogliere il Parlamento, e Bersani rifiuta di capovolgere la strategia della campagna elettorale, poiché teme la scissione del PD. In realtà questo immobilismo, che Matteo Renzi ha criticato, è la conseguenza di un ingorgo istituzionale, più che delle incertezze di Bersani e della mano tesa a Grillo.
Per aggirare questo ingorgo, per mettere alla prova M5S, il sindaco di Firenze ha consigliato di imboccare la via del compromesso con Berlusconi? Nella provocazione del “rottamatore” c'è l'invito a ritenere conclusa una fase politica, poiché – coma ha riconosciuto anche Franceschini – “quello” è il leader della destra.
Tra pochi giorni, dopo l'elezione del Presidente della Repubblica, saremo nuovamente di fronte al bivio: fare subito la “grande alleanza” con l'unico rassamblement disponibile, o affrontare nuove elezioni. Se il PD continuerà a dire no a una Grande Coalizione, temendo la rivolta dei suoi elettori, e se – in alternativa – il Parlamento non darà la fiducia al “Governo del Presidente”, assegnandogli il compito di varare una nuova legge elettorale, il nuovo Presidente sarà costretto a sciogliere il Parlamento.
Due sono le scelte decisive per l'avvenire della democrazia: quella relativa al Presidente della Repubblica e quella relativa alla riforma della legge elettorale. Il Paese sogna un Presidente come Giorgio Napolitano, una persona che crede nella Costituzione, di grande esperienza politica, autorevole e saggio. Una persona di riconosciuta moralità su cui converga una grande maggioranza di consensi, capace di garantire una svolta nella vita nazionale. Questa è la scelta decisiva. Se fallisce questo appuntamento, è difficile che il Parlamento possa riformare la legge elettorale e trovare un punto d’incontro tra le diverse proposte che da più di vent'anni si contrappongono. E se la politica resta prigioniera del “porcellum”, nuove elezioni diventerebbero un salto nel buio.


Luchino Antonella - 2013-04-15
Buongiorno, nel PD ricominciano i litigi; possibile che nessuno capisca che cosi' facendo alle prossime elezioni si avvantaggeranno ancora di piu' il movimemto di Grillo e il Pdl di Berlusconi? Nel frattempo i problemi del nostro paese aumentano e chi li risolvera'? Una nuova manovra finanziaria che protrebbe colpire sempre le stesse categorie sociali , visto che a giugno non ci saranno piu' i soldi per pagare la cassa integrazione. I sacrifici richiesti dal Governo Monti a cosa sono serviti? Il PD mi sembra una barca alla deriva in un mare in tempesta.
Mario Chiesa - 2013-04-15
Ma la fretta è nella realtà; è sufficiente un’occhiata alla rubrica «Basta giochi» sul «Sole 24 Ore». E se la politica continua ad essere in ritardo, si fa spazio all’antipolitica, Grillo e Berlusconi. Dopo l’elezione del Presidente della Repubblica cosa cambierà per l’uscita dal labirinto? La possibilità di elezioni subito: una carta in più in mano a Berlusconi e Grillo. Abbiamo votato Bersani perché governasse, non perché accarezzasse le paturnie del PD. Un leader fa proposte che trascinano, non continua a guardare indietro per vedere chi vuol curarsi i calli e chi vuole fermarsi al bar.
Dino Ambrosio - 2013-04-12
Visto che i parlamentari di Grillo hanno chiesto per intanto di far funzionare le Commissioni parlamentari forse non sarebbe male metterli alla prova fin da subito coinvolgendoli nel farle funzionare. In questo modo si potrebbe capire se le intenzioni dei parlamentari 5S sono solo quelle di distruggere l’esistente o di fare delle proposte legislative. La prova dei fatti potrebbe essere occasione di prendere coscienza da parte loro che è molto più facile criticare che operare bene. Prima si fa la prova dei fatti tanto meglio è, soprattutto con i tempi che corrono. La paura di dare loro responsabilità forse è la peggiore scelta.
giuseppe cicoria - 2013-04-12
Caro Guido, credo che sia profondamente sbagliato considerare Renzi "quello di destra". Il Sig. Franceschini sembra dare i "numeri"! Il fatto è che egli è fuori dai giochi e tenta di sdonnacciare Renzi, il rampante che gli fa una concorrenza vincente! Nelle Tue ipotesi ne mancano due. Nella prima si può tentare, con Bersani o Renzi o un terzo personaggio accettato dalle parti, un governo anche minoritario, che si assicuri non una fiducia piena ma almeno un appoggio esterno del M5S su tutti i punti apparentemente simili o uguali, mettendo così fuori gioco il PDL ed il sig B. Nella seconda ipotesi si potrebbero invertire i ruoli rendendo più docile il M5S. Non sarà mica una bestemmia pensare ad un governo di minoranza guidato dai grillini? Se essi sbarellano si fa sempre in tempo a mandarli a casa! Se si fa questo gli italiani saranno grati perchè sicuramente un po' di cose cambierebbero sulla via del riscatto morale della nostra povera Italia!
Giuseppe Ladetto - 2013-04-12
Se non c'è più il bipolarismo, e la cosa sembra evidente con tre forze politiche quasi alla pari, più una quarta con un minor consenso, ma tuttavia non irrilevante, non c'è legge elettorale che possa togliere le castagne dal fuoco. Mi auguro che nessuno pensi a meccanismi premiali o a sistemi maggioritari, nella speranza di fare il pieno dei seggi parlamentari con un terzo dei voti dei cittadini. Potrebbe avere brutte sorprese e comunque il paese non ne beneficierebbe.
franco maletti - 2013-04-12
Esatto. Un passo alla volta. Diffidando di chi ha fretta solo perchè intravede nella situazione attuale opportunità personali per lui irripetibili. Oggi la fretta è di chi antepone i suoi interessi al cambiamento vero. Finendo col cambiare nulla e riportandoci alla situazione di partenza.