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Vogliamo un futuro – 1
 
Una lettera di Mario Adinolfi
 

Se oggi dovessimo ridurre a uno i gravi problemi economici e sociali dal nostro Paese, dovremmo indicare l’incerto futuro dei giovani. È un argomento cruciale, cui pensiamo di dedicare d’ora in avanti molta attenzione su questo nostro sito di dibattito politico e culturale. Gli articoli sul tema saranno raccolti in uno spazio intitolato GIOVANI E FUTURO, nel menù sulla destra del video.
Incominciamo con la lettera che Mario Adinolfi, un amico popolare aderente al PD – e anche candidato alle primarie per la segreteria nazionale nel 2007 – ha scritto a Bersani motivando la sua decisione di restituire la tessera del partito. Ne anticipiamo qui un passaggio.
“Io ho sempre ritenuto che il mio impegno a sinistra fosse motivato dalla necessità di ridurre le diseguaglianze, la più clamorosa delle quali è la diseguaglianza tra le generazioni. Oggi i ventotto milioni di italiani nati dopo il 1° gennaio 1970 hanno un welfare state azzerato dalla bulimia dei loro padri, che hanno avuto tutto: posto fisso, casa di proprietà, rendimenti da titoli del debito pubblico che hanno affossato l'Italia, scatti di anzianità, scivoli previdenziali, pensioni baby, pensioni di anzianità, pensioni di vecchiaia che nel 27.8% dei casi sono di gran lunga superiori al salario medio. (…) L'Italia è spaccata in due: da una parte lavoratori tutelati, pensionati e pensionandi. Dall'altra gli under 40. Il PD non vuole che sia toccato nulla ai primi e dunque, a parte le chiacchiere solidali, non vuol restituire niente ai giovani.
È o non è questa la più grande diseguaglianza, la più grave ingiustizia?”
La lettera integrale di Adinolfi è allegata qui sotto.

Documento

Andrea Griseri - 2011-10-26
Il caso Penati è emblematico: anziché ripensare con severità un modello di sviluppo basato sul consumo speculativo del territorio, si isola il "mariuolo"; un partito carico di storia iniziò la sua fine gettando la croce su un mariuolo (e indubbiamente lo era) senza interrogarsi sul sistema che produceva i mariuoli. Le pensioni: sullo scandalo delle baby pensioni (in quei tempi andavano bene a tutti: democristiani, comunisti, sindacati, Agnelli...) non c'è che mettere una pietra tombale, è irrimediabile; bene tagliare le pensioni d'oro ma alzare ex abrupto l'età (e quando si fermerà l'asticella?) senza progettare a beneficio di lavoratori e imprese un phase out graduale dal lavoro è follia pura; attenzione a non cedere ai banchieri iperliberisti (San Draghi di Goldman Sachs...) che nulla comprendono del lavoro e della società: questo è affare della politica con buona pace dei vari Adornato & C. sempre pronti a seguire la corrente (apparentemente) dominante.
Giorgio Bosi - 2011-10-25
Caro Adinolfi, sono Giorgio Bosi da Pegognaga (MN). Spero ti possa ricordare di me in riferimento al libretto IL CASO BUTTIGLIONE di cui mi hai fatto la prefazione, in un momento molto difficile per me quando ho scelto di non andare con Buttiglione. Tutto è cominciato l'8/3/1995 ed ora sono aderente al Partito Democratico, avendo contribuito a fondarlo a Pegognaga. Ho appreso con rammarico che hai dato le dimissioni, o restituito la tessera. I tuoi motivi possono essere anche fondati, ma rinunciare o uscire non mi è sembrato una buona cosa. Con la tua intelligenza, capacita, inventiva avresti dovuto, a mio parere, rimanere e dall'interno far valere le tue opinioni. Mi potrai dire che molte volte hai fatto questo senza esito, ma è dall'interno che le cose possono cambiare specialmente per uno con tue possibilità. Colgo l'occasione per inviarti un cordiale saluto. Se vuoi puoi inviarmi un messaggio contattando la redazione che ti darà il mio indirizzo mail.