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Il voucher buttato

 
 

Poveri voucher, dalle stelle alle stalle.
Il governo e la sua maggioranza hanno deciso di abolirli tout cour pur di evitare il referendum promosso dalla CGIL. "Voteremo per l'abrogazione totale dei voucher", ha spiegato Patrizia Maestri, relatrice PD della proposta di legge votata in commissione Lavoro della Camera. “Saremmo stati favorevoli a mantenere i voucher per le famiglie ma a seguito del confronto con il governo andremo verso l'abrogazione". Deve fare tanta paura il referendum: qualcuno teme un’altra scoppola dopo le amministrative 2016 e il referendum costituzionale. Così meglio far sparire il problema. E chissenefrega se con l’acqua sporca si butta anche il bambino.
Perché i voucher, sia chiaro, sono stati una bella invenzione in questo strano Paese di evasori e precari. Tutti i lavori occasionali potevano avere con il voucher una ragionevole copertura assicurativa e previdenziale, utile al lavoratore, al datore di lavoro e a uno Stato che poteva vantarsi di aver fatto emergere tanto lavoro in nero. È noto a tutti che un’ora pagata con il voucher in molti casi serve a coprirne altre pagate in nero, ma questo malcostume non sminuisce il bicchiere mezzo pieno.
Applicati nel 2008 per remunerare studenti e pensionati che andavano vendemmiare o a raccoglier mele, i voucher sono stati rapidamente estesi al lavoro domestico, alle lezioni private, alla ristorazione. E qui poteva ancora andar bene, con chiari utilizzi in lavori occasionali e accessori.
Il governo Berlusconi estese poi l’uso dei voucher alle pubbliche amministrazioni, a industria, edilizia e trasporti. Il governo Renzi, per non stare indietro, ha aumentato da 5 a 7mila euro annui il tetto di voucher incassabili da ogni lavoratore.
Così, un’estensione dopo l’altra, dal 2008 al 2016 l’uso dei voucher è aumentato del 27.000% (ventisettemilapercento!). Da mezzo milione a 146 milioni. Di cui la metà proprio in industria, edilizia e trasporti, settori in cui il concetto di lavoro occasionale è meno comprensibile. Che esistano estesi abusi nell’uso dei voucher è pacifico, e bene ha fatto la CGIL a promuovere il referendum per limitare questo strumento di precariato. Ma la decisione di abolirli è andata oltre le stesse intenzioni di Camusso & C., ora un po’ perplessi sul risultato, mentre da tanti settori economici (agricoltura, commercio, servizi) stanno montando comprensibili malumori e proteste. Non si può negare che abolire i voucher sia un passo indietro. Limitarli e regolarli sarebbe stato farne uno avanti. Con il rischio però di non riuscire ad evitare il referendum e una probabile nuova legnata per il PD renziano e il suo governo.
Ma che fiducia può ispirare una classe dirigente che sacrifica il merito delle questioni a considerazioni di convenienza politica? Non otterrà l’effetto opposto, di perdere ancor più consenso?


francesco cecco sobrero - 2017-04-06
Invio una mail che indirizzato all' INps: Oggi sul Televideo Rai 1° aprile 2017 alle ore 13.45 è stata pubblicata la seguente pagina: “"Continueremo a lavorare per ridurre la pressione fiscale a vantaggio dei consumi". Così il premier, Gentiloni, al Forum di Confcommercio a Cernobbio. Sull'abolizione dei voucher: "Abbiamo deciso di evitare all'Italia mesi di scontro ideologico. Ma risponderemo all'esigenza di una regolazione seria per il lavoro saltuario e occasionale, e lo faremo insieme",promette. Difende il dl Minniti: "Non è illiberale, abbiamo diritto a città protette". Poi:"L'impegno per il terremoto è priorità assoluta, lo affronteremo con le risorse” Nella parrocchia dove vivo i buoni lavoro erano utilizzati una volta la mese per retribuire una signora per fare le pulizie della chiesa, ora dovremmo sospendere la pulizia della chiesa, fin quando il patrio governo e i sindacati non si tireranno su le brache? E’ ovvio ritenere che prima di abolire una cosa è logico aver già pronta l’alternativa!
giuseppe cicoria - 2017-03-20
hai ragione. Hanno buttato il "bambino" con l'acqua sporca , Non ne fanno una buona, Quelli di Torino ora fanno a gara anche loro per sbarellare. Vedi la lotta esagerata al mondo dell'auto e la denegata volontà di pareggiare i bilanci con altre tasse anziché con una revisione oculata delle spese. Ma sono proprio tutti uguali questi politici...?